Social Media: Elementi Fondamentali - Novità & Eventi

Social Media: elementi fondamentali

Social Media – Approfondimenti tecnici AREAW Coworking.


Social Media: elementi fondamentali.

I tre elementi fondamentali dei social media sono: contenuto, testo e ADS.

Per contenuto si intendono immagini e video. I media ad alta qualità vengono premiati sia dall’algoritmo di google che ne incentiva la visibilità, sia dagli utenti che interagendo con questi contenuti ne aumentano la rilevanza e quindi la copertura.

Per testo (detto anche copy o caption) si intende ciò che viene inserito nei post o nelle inserzioni e con un rimando al contenuto. Più il testo è accattivante, più alta è la probabilità che questo attragga l’interesse degli utenti. La caption deve essere sia interessante che sintetica.

Le ADS di Fb, o campagne, sono l’attività promozionale a pagamento più importante. La copertura organica sui social si aggira intorno al 10%; questo significa che solo il 10% delle persone a cui sono “collegato” (ad esempio seguono la mia pagine aziendale su FB) visualizzerà il contenuto dei post che pubblico settimanalmente.

Con le campagne a pagamento un numero maggiore e più profilato di persone sarà raggiunto dalle inserzioni e dalle campagne.

Social Media: elementi fondamentali

I Social Media sono ormai accessibili da qualsiasi dispositivo mobile.

Obiettivi diversi

I social media si dividono sia per costituzione e contenuti, sia per obiettivi che permettono di raggiungere attraverso il loro utilizzo. A seconda della tipologia di attività svolta (negozio di abbigliamento, nutrizionista o azienda metalmeccanica) si possono distinguere differenti obiettivi da raggiungere, che equivalgono a diverse strategie da attuare e dissimili social network da dover utilizzare per soddisfare le diverse esigenze.

FACEBOOK & INSTAGRAM

Per prima cosa è importante sottolineare la distinzione tra pagina aziendale e profilo privato. Utilizzare la pagina aziendale permette di avere a disposizione una serie di strumenti che il profilo privato non supporta, primo fra tutti la possibilità di fare inserzioni e campagne a pagamento.

Business Manager

Se si vuole mettere in pratica una gestione professionale dei social media, la prima cosa da fare e da considerare è la creazione di un Business Manager da collegare agli account in uso. Si tratta di un particolare gestionale per il controllo delle risorse collegate a Fb o a Instagram.

Campagne e principali obiettivi

Dopo aver collegato il Business Manager possiamo finalmente fare delle campagne. La prima domanda che si deve porre è “che cosa voglio ottenere?”

Il social ci fornisce una serie di strumenti chiamati “obiettivi” per poter produrre la campagna più in linea con le nostre esigenze.

Dopo esserci posti la giusta domanda, dobbiamo scegliere la risposta corretta e definire l’obiettivo:

  • interazione;
  • messaggi;
  • generazione di contatti;
  • conversioni;
  • traffico nel punto vendita.

Dopo l’avvio della campagna è essenziale fare il c.d.test A/B, che consiste nel somministrare a un pubblico da noi definito due versioni differenti (la versione A e la versione B, o anche “originale” e “variante”) di una pagina web, di un annuncio pubblicitario, di un titolo, di una foto o anche di un modulo, di un pulsante, in pratica di qualsiasi elemento che noi vogliamo mettere alla prova.

Grazie a questi test faremo infatti vedere a una percentuale di utenti la versione originale e a un’altra percentuale di utenti la variante, andando a misurarne gli effetti. Le campagne possono essere diversificate, quindi è importante crearle con diverse inserzioni, diversi testi, diversi video, selezionando il pubblico target di riferimento per ognuna.

Successivamente, dopo qualche giorno di analisi dei dati, è bene valutare se disattivare le inserzioni meno prestanti in favore degli annunci che stanno dando risultati migliori.

Come realizzare una campagna standard

  1. L’obiettivo deve essere in linea con l’azienda di riferimento e da qui posso iniziare a configurare la campagna.
  2. il budget deve essere impostato con tetto massimo giornaliero oppure a scadenza (ovvero 50€ al giorno oppure 50€ in una settimana)
  3. per impostare il tipo di pubblico che vogliamo che veda l’inserzione è preliminarmente necessario scegliere i posizionamenti, ovvero i social media su cui avviare la campagna. Successivamente inseriremo i vari criteri per targettizzare il pubblico che la visualizzerà.
  4. Come già detto, il contenuto deve essere sintetico ma d’impatto e deve trasmettere velocemente ciò che si ha intenzione di comunicare.

Le campagne sono organizzate in gruppi di inserzioni, che si differenziano tra loro per pubblico di pubblico che vogliamo le visualizzi. Le singole inserzioni sono invece quelle che troviamo all’interno dei gruppi di inserzioni e sono caratterizzate, l’una rispetto all’altra, da testi, contenuti e call to action diversi.

Fare tanti “A/B” test è importante perché in questo modo si possono impostare i budget verso la direzione più corretta.

Pubblico Simile

Il pubblico “look alike” (o simile) è uno strumento utilizzato nei gruppi di inserzioni. Annunci contenenti determinate proposte sono presentati solo a utenti con interessi affini. Tali categorie sono create dal Business Manager in relazione alle informazioni immesse.

FB raccomanda di inserire almeno 800 numeri di telefono o email di potenziali prospect, perché è sopra a questa soglia che si raggiungono risultati affidabili e relativamente utili per la creazione di un pubblico “look alike” di qualità.

Pixel

In FB il funzionamento di Pixel è simile a quello di Google Analytics per Google. Pixel è uno strumento di monitoraggio, gestione e organizzazione di tutte le attività che dal social si rivolgono a una piattaforma esterna, quale ad esempio un sito web.

Prima di creare una campagna colleghiamo il codice di tracciamento generato da Pixel sul nostro sito o sulla nostra app. Una volta lanciata la campagna potremo vedere il comportamento degli utenti dal momento in cui hanno cliccato sull’inserzione fino a quando sono arrivati sul sito web o dove vogliamo che atterrino.

Lo strumento ci permette quindi di avere una serie di dati e informazioni importanti per valutare e capire l’andamento e la qualità delle inserzioni, quali ad esempio la durata media di permanenza sul sito oppure il costo di conversione.

Spesso è difficile rendersi conto di quanto ROI (returns on investments) porti la pubblicazione sui social o quanto l’effettuare campagne sia effettivamente utile  per ottenere i risultati che ci si è prefissati. Pixel serve esattamente a questo.

Insights di facebook

Per capire se la strategia adottata sulla propria pagina aziendale è corretta bisogna imparare a leggere e sfruttare al meglio i dati forniti da Facebook Insights. I dati principali forniti dallo strumento sono:

  1. La panoramica, sezione che mostra a colpo d’occhio tutti i dati più importanti raccolti in un certo intervallo di tempo;
  2. La copertura (numero) di utenti che la nostra campagna ha raggiunto;
  3. Le impressions, il numero di volte che gli utenti hanno visualizzato il post. Questo dato, messo a confronto con il dato relativo alla copertura, ci fornisce elementi importanti al fine di comprendere come è andata la campagna social.

Incrociando i dati di copertura e impressions possiamo capire il valore del singolo utente. Se un singolo utente visualizza lo stesso contenuto 5 volte ciò significa che è interessato. Ad esempio, se facciamo un post che ha una copertura di 50 persone e ha 200 impressions, vuol dire che è piaciuto in quanto gli utenti lo hanno visualizzato ripetutamente. A volte è meglio colpire un minor numero di utenti, raggiungendoli però più volte nel corso delle 24h, cosicché le persone riescano nel tempo a memorizzare il brand e questo acquisisca notorietà sui social.

  • CPC (costo per click) è il costo effettivo della nostra campagna. Minore è meno spenderemo. Ad esempio se per 10€ al giorno ricevo 1 click, è semplice intuire che sto pagando quell’unico click 10€; se invece per 10€ di budget impostato ricevo 1000 click, allora il CPC scende a 0,01€ per click. (10/1000)
  • Il costo per conversione. La conversione può essere concepita e vista in tanti modi diversi. Sull’e-commerce aziendale la conversione è completa al momento del check-out (vendita di un prodotto), ma può essere ritenuta tale anche la messa nel carrello di un prodotto o il semplice contatto lasciato su un form di iscrizione. Il Costo per Conversione viene tracciato da Pixel che quantifica quanto spende il proprietario dell’e-commerce dell’esempio precedente per portare a termine una vendita online o per raggiungere in generale l’obbiettivo che si è prefissato.

LinkedIn

LinkedIn è una piattaforma che si sta evolvendo ed espandendo soprattutto negli ultimi anni. Dedicata principalmente ai professionisti, riserva molto spazio all’azienda presso cui si lavora, al ruolo professionale, alla carriera universitaria e a tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro.

A chi si rivolge

L’impronta è B2B, ossia rivolta ad aziende che lavorano con altre aziende.

Esiste la possibilità di creare un profilo privato, che con appositi strumenti è possibile gestire in modo professionale, “trasformandolo” grazie a pacchetti “premium”. Questi upgrade a pagamento consentono di contattare utenti che non sono presenti nella nostra cerchia di collegamenti, verificare chi visita il nostro profilo e molte altre attività.

Compilare in maniera corretta e approfondita le informazioni del profilo secondo le domande richieste è essenziale.

Sono importanti le “segnalazioni”, ovvero i feedback che altri utenti possono fare nei nostri confronti e noi nei loro. Altresì sono molto rilevanti le competenze certificate; gli altri utenti possono andare sul profilo dell’interessato e confermare le competenze dello stesso con un click. Più conferme ha un utente in merito alle proprie competenze, più il profilo assume valore.

Nella configurazione del profilo privato vanno rispettate regole analoghe a quelle della SEO di Google. Questo perché nella ricerca dei profili che operano in determinati settori o aziende, vengono trovati prima quelli che secondo LinkedIn sono di maggiore qualità, ovvero quelli con il numero maggiore di segnalazioni, esperienze, competenze, traguardi e informazioni relative al profilo stesso.

Per soddisfare la parte social, inoltre, dobbiamo avere un profilo attivo, pubblicare post, immagini, contenuti e video. Così facendo altri utenti interagiranno con noi, ci aiuteranno a fare network e allo stesso tempo agevoleranno la nostra SEO.

È inoltre possibile creare una pagina aziendale, con la quale si potrà operare nel campo delle advertising  facendo campagne a pagamento.

Anche per questo social è importante stabilire degli obiettivi, che saranno monitorati grazie a un Pixel chiamato Insight Tag, che permette di tenere traccia delle informazioni e dei dati generati da LinkedIn e da siti esterni.

A seconda delle proprie esigenze e prospettive i pacchetti a pagamento che permettono di avere maggiori funzioni e più attività a disposizione sono il Sale Navigator e il Recruiter

Il primo è utile ai professionisti in cerca di clienti per procacciare affari. Come suggerisce il nome si tratta del pacchetto orientato a massimizzare i canali di vendita. Con il Sales navigator si può: ricercare utenti tramite la funzione Lead builder, che punta dritto alle cariche dirigenziali e consente di rintracciarli per mezzo di filtri di ricerca avanzati; scoprire chi tra coloro che hanno visitato il nostro profilo rappresenta un potenziale cliente; ottenere informazioni in tempo reale dalla nostra rete e sul nostro settore per non lasciarsi sfuggire nessuna opportunità; rintracciare nuovi clienti nel mercato target di riferimento.

Il secondo è l’ideale per chi assume personale e cerca abitualmente ovvero per tutti coloro che sono operativi in ambito HR. Il pacchetto include 30 messaggi InMail (email dirette di LinkedIn); gestione semplificata di tutti i candidati a un’offerta; una diversa interfaccia concepita appositamente per la ricerca del personale; tracking automatico dei candidati che consente di non perdere di vista per neanche un momento nessun utente; possibilità di rintracciare e contattare immediatamente le professionalità più interessanti.

I principali obiettivi che LinkedIn supporta sono

  1. generazione di lead (quella che con FB e IG viene definita acquisizione di contatti);
  2. visite sul sito web;
  3. candidature, ovvero campagne create per ricevere candidature per una posizione lavorativa;
  4. conversioni, come avviene per FB; attraverso Insight Tag è possibile verificare quali sono state le conversioni (vendita, registrazione, ecc.)

HASHTAG: come utilizzarli?

Soprattutto su IG vengono utilizzati per pubblicare un contenuto in piazze che sono “a tema” o di interesse di determinati contenuti.

Il loro utilizzo è andato sempre più a scemare perché rientrano nella copertura organica di circa il 10% e piuttosto che utilizzare questi, anche se il loro utilizzo non è a pagamento, è consigliato pubblicare post puliti, per poi concentrarsi in campagne a pagamento tese a rendere visibile la propria pagina e i propri contenuti.

Conclusione

L’impresa 4.0 si basa sulle persone, sulle loro potenzialità e capacità affiancate alle nuove tecnologie che ormai sono anch’esse per la centralità delle persone e quindi al loro servizio.

Le performance aziendali si incrementano in misura proporzionale all’aumento della partecipazione da parte degli utenti. L’impatto che i nuovi strumenti tecnologici possono avere sul modello di business è direttamente proporzionale al corretto utilizzo che ne fa l’utente.

La pubblicità cambierà completamente in funzione dei social network, diventerà sempre più interattiva e personalizzata“. (Mark Zuckerberg)